Tanto tempo fa, in un paese della provincia di Bari, viveva una comunità semplice e laboriosa, abbracciata dal mare e baciata dal vento. Quel paese oggi si chiama Mola di Bari, ma le sue origini, soprattutto nel nome, restano avvolte nella nebbia del tempo.
Ci sono tante località in Italia e altrove che portano lo stesso nome: Mola di Gaeta, Mola in Sicilia, in Piemonte, in Corsica... Ma il nostro paese, per non essere confuso, ha preso il nome completo: Mola di Bari.
Eppure, tra storia e leggenda, c’è un racconto che da anni si tramanda sottovoce, come una carezza fra le pietre antiche.
Quel giorno, a Mola, c’era nell’aria qualcosa di strano. Non era vento. Non era afa. Era come un silenzio denso che cadeva tra le pietre, tra i marciapiedi, tra le voci nei negozi. Uno di quei giorni in cui anche il mare sembra trattenere il respiro.
C’era chi firmava, chi aspettava, chi parlava di Martucci e della sicurezza mai arrivata. C’era chi non parlava affatto, ma guardava fisso, come chi sa che le cose non si sistemano da sole. Nel bar, un vecchio diceva: “Non è più come una volta… ma una volta, nemmeno, era facile.”
Le televisioni accese, ancora calde di campionato, raccontavano di partite già dimenticate, mentre fuori si raccontava la vita vera. E la vita vera, lo sanno tutti, non ha replay. Ha solo momenti. E bisogna riconoscerli prima che scappino.
La sera prima, al Teatro Van Westerhout, la voce di Mia Martini (dalla straordinaria Lisa Angelillo, voce vibrante e profonda), aveva fatto tremare le pareti. Non era solo musica. Era dolore cantato con grazia. Chi c’era, non dimenticherà. Chi non c’era… lo sentirà nell’aria, ancora per un po’.
Oggi volevo vedere il mare. Camminando a piedi lungo la costa di Mola, con nelle orecchie They Wait For Us di Aurosonic & Denis Karpinskiy & Kate Louise Smith, sono arrivato al molo.
Ci sono canzoni che non passano mai. Che entrano sotto pelle piano piano, senza urlare, ma lasciando un'impronta profonda. My Everything è una di quelle. Una melodia leggera, fluttuante, quasi sussurrata… come certe emozioni che non sappiamo dire a voce, ma che sentiamo fortissime dentro.